Il giornalista Michele Monina mi ha messo nel suo prezioso #Festivalino di Anatomia femminile, una vetrina su FaceBook di donne che cantano e scrivono. Un posto in cui c’è spazio per le donne, anzi, solo per le donne. Per cantanti con facce vere, con vestiti veri, con canzoni vere. Perché ogni tanto bisogna rimettere il mondo nel verso giusto. Grazie a Michele per l’importante lavoro che sta facendo della musica fatta dalle donne. Ne abbiamo bisogno.
Il video è originale, fatto apposta per il Festivalino, la canzone è Ernesto, da Com un soldat. Qui sotto il testo in catalano di Alghero e in italiano.
ERNESTO
C.Crabuzza/F.Sanna
Ernesto tanca’ls ulls i dormi un poc
Estrac vols soportat
Ernesto, ulls com estrelles
Me mires, I no resist
Ernesto deixa en pau les gates
No veus que no són monyiques
I deixa estar aquell minyó
a poc, que’l fas plorar
Ernesto mans brutes de fang
Un dia te posaras a cantar
Un dia te posaras a riure
Sabent que no t’agradava nadar
Ernesto, no te olvidis mai
De riure amb el tou somrís lluent
S’encén la tua cara com un foc, com un cel
M’estrinys com que fossis tornat de una guerra
Amb estivals azuls te’n vas en giro
Qui saps si parles a una formigola
Si estas mirant al cel, xiulant a un rossinyol
Ernesto, amor meu, vine a dintre
Que és hinvern a mig dels arbres
Tanca’ls ulls, demà tenguerem temps
Ernesto
Ernesto chiudi gli occhi e dormi un po’/ stanco sei insopportabile/ Ernesto occhi come stelle/ mi guardi, non resisto
Ernesto lascia in pace i gatti/ non vedi che non sono bambole/ e lascia stare quel bambino/ fai piano che lo fai piangere
Ernesto mani sporche di fango/ un giorno ti metterai a cantare/ un giorno di metterai a ridere/ sapendo che non ti piaceva nuotare
Ernesto non dimenticare mai/ di ridere col tuo sorriso lucente/ si accende il tuo viso come un fuoco come il cielo/ mi stringi come se fossi tornato da una guerra
Con gli stivali azzurri te ne vai in giro/ chissà se parli con una formica/ se stai guardando il cielo, fischiando a un usignolo
Ernesto, amore mio, vieni dentro/ ché è inverno in mezzo agli alberi/ chiudi gli occhi, domani avremo tempo
Claudia Crabuzza è nata ad Alghero. Nel 2000 ha fondato il gruppo Chichimeca con Fabio Manconi e Andrea Lubino con cui ha pubblicato tre dischi per l’etichetta indipendente Tajrà.
Com un soldat è il primo disco solista, vincitore della Targa Tenco come miglior disco in dialetto e lingue minoritarie.
Nuovi progetti: Trent’anys – Recordant Pino Piras, a trent’anni dalla morte un concerto omaggio alle più belle canzoni del cantautore algherese insieme al musicista e arrangiatore storico della Muraglia di Alghero, Pietro Ledda ‘Barabba’, che ha collaborato alla gran parte della discografia di Piras;
Difesa di Violeta Parra: le canzoni della madre della canzone popolare tradotte da Claudia per la prima volta in italiano.
Grazia, la madre è un disco dedicato a Grazia Deledda attraverso una rilettura in canzone dei suoi romanzi. Pubblicato da Squilibri Editore parte dai testi di Stefano Starace e con le musiche e arrangiamenti di Andrea Lubino e Fabio Manconi percorre un viaggio attraverso le storie e i personaggi della scrittrice sarda Premio Nobel per la letteratura.
Claudia Crabuzza es nada a L’Alguer. Al 2000 ha fondat lo grup Chichimeca, amb Fabio Manconi i Andrea Lubino publicant tres discos amb la discogràfica independent Tajrà.
Com un soldat és lo primer disc solista, ha guanyat lo premi mes important de la cançó d’autor, La Targa Tenco al millor disc en dialecte i llengues minoritàries.
Nous projectes: Trent’anys – Recordant Pino Piras, a trent’anys de la mort un concert homatje a les mes belles cançons del cantautor alguerès amb el músic i arranjador de la Muralla de L’Alguer, Pietro Ledda ‘Barabba’, col•laborador de Piras en la gran part de la sua discografia;
Defesa de Violeta Parra: les cançons de la mare de la cançó popular traduïdes de Claudia per la primera volta en italià.
Grazia, la madre és un disc dedicat a les obres i personatges de Grazia Deledda, escriptora sarda Premi Nobel.